Davvero cadono le mani mentre provo a scrivere questa lettera di augurio nella ricorrenza del Natale del Signore.
È difficile trovare parole capaci di raggiungere i sentimenti più profondi che albergano nel nostro cuore, mentre viviamo giorni particolari, ordinariamente contrassegnati da rapporti più ravvicinati e distesi.
La responsabilità pastorale che il vescovo mi ha affidato chiedendomi di guidare la nostra comunità parrocchiale, mi spinge tuttavia a bussare alla porta del tuo cuore. Vorrei farmi prossimo a tutti e davvero tutti provo ad abbracciare nella mia mente e prima ancora nel mio cuore. Mi rivolgo a te che sei collaboratore nella vita pastorale, a te che ho conosciuto più da vicino, a te che svolgi un servizio per la collettività, a te che ho salutato in piazza o in altri luoghi della vita quotidiana, a te che ho visitato in casa o sul letto del dolore o nell’ora del lutto, a te con cui ho scambiato qualche parola o intessuto un dialogo, a te con cui ho sorriso, a te con cui sono restato in silenzio, e anche a te che sei attraversato da un dubbio, da una tristezza; mi rivolgo a tutti, anche a te che per caso potrai ricevere questo messaggio: Buon Natale!
La festività che quest’anno viviamo con sobrietà, resta festa nel senso più genuino, più originale e più profondo.
La genuinità e l’originalità della festa sono espresse dal modo con cui potremo vivere questi giorni, salvando le realtà più essenziali e salvandoci da una celebrazione dal sapore consumistico e mondano. La profondità della festa, potremo coglierla nella contemplazione del mistero che celebriamo: Dio assume la fragilità della nostra natura umana.
Proviamo a fermarci davanti all’immagine di Gesù bambino. Proviamo a sentire il vagito di Dio.
Questo è lo scandalo, il mistero del Natale del Signore.
Un amico ebreo, Vittorio Robiati Bendaud, in una conversazione di qualche settimana fa, mi ha ricordato il testo poetico del Manzoni, Natale 1833. In quell’anno, il Manzoni vide la sua esistenza sconvolta da situazioni di dolore e componendo il testo ben espresse il paradosso celato anche nella vita di Cristo: Egli è l’Onnipotente che si fa mortale, che vede le nostre lagrime, intende i nostri gridi. Il dolore che il poeta vive, come ogni dolore umano, interroga la nostra immagine di Dio.
Chi è Dio per me? Cosa mi attendo da Lui?
Tante volte ci troviamo davanti a situazioni che ci sconvolgono, che ci fanno paura, che generano ansia e invochiamo una presenza divina onnipotente, che risolva tutto e subito. Il poeta considerando il Natale di Gesù comprende il paradosso ed afferma: ma tu pur nasci a piangere! È proprio così, il Verbo di Dio si è fatto carne (Gv 1,14) per condividere il nostro cammino, per sollevarci dall’interno delle miserie e delle prove che attraversiamo.
All’uom la mano ei porge, che si ravviva e sorge!
Così sempre il Manzoni in un altro inno sul Natale. Questa mano che egli porge a noi, ci risolleva e ci fa risorgere! Questa rinascita auspicata da tutti, la auguro a ciascuno! E la mano di Gesù che si tende verso di noi, per il mistero della sua Incarnazione che lo ha reso congiunto a ogni uomo, è la stessa mano di quanti in questo tempo di pandemia offrono il loro aiuto e la loro professionalità per risollevare le sorti di tutti. La gratitudine per quanti con spirito di amore operano nel campo scientifico, sanitario, sociale ed ecclesiale, la fiducia nel Signore che non si allontana dalle nostre debolezze, rafforzino la nostra speranza.
La speranza che ha l’aria di essere poca cosa, in realtà è lei che stupisce Dio, come osserva Charles Péguy.
Per sperare bisogna essere molto felici - egli dice - bisogna aver ottenuto una grande grazia. Quello che è facile è l’inclinazione a disperare. Tra le grandi sorelle, che sono la fede e la carità, la speranza è ancora la bimba che va a scuola. Ma è quella piccina, la Speranza, che trascina tutto. Lei sta nel mezzo e si tira dietro le due sorelle grandi. Lei avanza, lei fa camminare la fede e la carità.
Gustiamo la grazia del Natale, la sorgente della gioia cristiana: Dio è con noi! L’Onnipotente vagisce e intende il nostro grido!
Con questa gioia intima, alimentiamo la Speranza, questa bambina che nel 2020 ci ha portati ancora a scuola. E ci fa avanzare!
A tutti, insieme con don Mauro che condivide la responsabilità pastorale, auguro buon Natale e un tempo ricco di Speranza!
don Donato Liuzzi, parroco
Care sorelle e cari fratelli,
In questi anni avete imparato che una delle poche qualità che ho è quella di non essere troppo lungo negli interventi, vorrei che non cambiaste idea questa ultima sera e per questo cercherò essere più veloce possibile.
Ringrazio tutti voi per essere venuti, nonostante le restrizione legate al momento, ringrazio il signor sindaco per la sua presenza e le sue parole, ringrazio Enza che ha parlato a nome del consiglio pastorale e di tutti voi.
Cominciamo dalle scuse. In 8 anni si fanno tanti errori sicuramente, per questo chiedo perdono a tutte le persone (soprattutto da quelli come gli operatori pastorali che più tempo hanno passato con me) che possono essere state deluse da alcune mie parole, oppure si possono essere sentite non accolte da alcuni miei comportamenti. Lo sapete bene, anche al parroco può capitare una giornata storta, sappiate solo che le mie intenzioni non sono mai state cattive verso nessuno né mai ho conservato astiosità, vi chiedo di perdonare queste mie fragilità: non lasciate mai che le debolezze del parroco vi tengano lontani dal vero e unico pastore, quello con la P maiuscola, il Signore Gesù.
A Lui oggi rendo grazie per tutto il bene che ho incontrato in questi anni in mezzo a voi, veramente è un dono di Dio e un grande privilegio poter essere parroco e prete, condividere momenti tristi e gioiosi della vita di tante persone, grazie a voi che mi avete donato il permesso di entrare in contatto con le vostre vite e di fare un pezzo di strada insieme, e grazie a Dio che mi ha messo su questa strada con voi.
Un GRAZIE particolare a quanti hanno condiviso più da vicino la responsabilità pastorale di guidare questa comunità, innanzitutto i diversi vice-parroci che si sono susseguiti in questi anni, don Mauro che mi aiutato in questi ultimi 3 anni e poi Padre Tito, Padre Giampiero, Padre Clemente e don Gianni, senza di loro non sarei mai riuscito ad essere al contempo parroco qui e a ricoprire tanti altri servizi ecclesiali che si sono accumulato negli anni, a livello diocesano, regionale e nazionale. Insieme ai vice parroci, grazie a tutti gli operatori pastorali: veramente un parroco non può fare nulla senza una squadra di volontari e voi, siete una squadra fortissimi! Forti soprattutto nella pazienza che ci vuole per starmi dietro, in diverse cose (anche nuove) che vi ho chiesto in questi anni. Lo so che non è stato sempre facile: ricordo quella catechista che quando facevamo formazione i primi anni venne e mi disse: ma tu da noi che vuoi? Oppure quell’altra operatrice pastorale che mi diceva che sperava che dopo di me venisse un parroco anziano, perché voleva riposarsi un po’ (mi sa che le è andata male comunque). A parte gli scherzi, grazie di cuore a tutti voi che date una mano in parrocchia e che cercate di vivere la fede anche come impegno sincero e servizio disinteressato per gli altri, vi assicuro che siete per me un grande esempio.
Grazie a tutti coloro che ho incrociato in questi anni, a voi che venite a Messa la domenica ma anche a chi ho solo incontrato velocemente, so che in molti c’è un affetto sincero per la parrocchia e sono sicuro che anche ai cosidetti “lontani” sta a cuore il futuro della nostra comunità, non dimenticate mai che la parrocchia è casa di tutti e ha bisogno di tutti, qui sono certo troverete sempre una porta aperta.
Grazie alle diverse associazioni ecclesiali e culturali con le quali questi anni ho lavorato, condivido con voi questa passione per il bene comune e per la crescita del nostro territorio; non stanchiamoci mai di impegnarci nell’educazione delle nuove generazioni ad una vita impegnata e bella, per loro e gli altri, anche a servizio di coloro che rischiano di rimanere indietro; lo smarrimento e lo sbandamento che si vede purtroppo in tanti nostri giovani non deve farci arretrare ma incoraggiarci ad essere veramente adulti, ad essere educatori autentici, che non dicono sempre sì, ma sanno dire anche dei no che fanno crescere. Non scoraggiamoci, nella nostra comunità ci sono tanti segni di speranza, alleniamoci a metterli più in luce. Ringrazio anche le istituzioni che su questa strada condividono gli stessi obbiettivi della chiesa: l’amministrazione, la scuola e le forze dell’ordine: continuiamo a lavorare in rete per il bene di tutti e di ciascuno.
Un grazie particolare voglio dirlo alle suore, perché con generosità e umiltà trattano noi sacerdoti come loro familiari. Grazie a tutti voi che anche mi avete fatto sentire uno di famiglia. E Grazie alla mia famiglia, perché rimane sempre il punto fermo ed è semplicemente la mia famiglia.
I bilanci pastorali del mio mandato gli affido alla misericordia di Dio: non credo che una comunità possa cambiare molto in pochi anni, sicuramente una persona però può cambiare in 8 anni e io vi ringrazio perché siete stati la mia prima comunità come parroco e in questi anni non solo ho fatto i capelli più bianchi, ma sono diventato anche un prete più maturo, sicuramente più paziente di quando sono arrivato qui. Non ho mai avuto la pretesa di fare grandi cambiamenti pastorali (non credo neanche che un parroco dovrebbe mai pensarlo), ho cercato solo di accompagnare il cammino di questa comunità la cui storia inizia prima di me e va avanti dopo di me: se grazie al mio ministero anche una sola persona di questa parrocchia avesse potuto in un momento sentire più vicino a lei o a lui l’amore di Dio, credo di aver raggiunto il mio più importante compito pastorale.
In ultimo vorrei dire un grazie a tutti voi perché insieme abbiamo raggiunto un obiettivo che mi ero proposto fin dal mio arrivo, ristrutturale tutti i locali parrocchiali: abbiamo recuperato nuovi spazi, completamente rinnovato strutturalmente tutte le aule per la catechesi e la carità, gli uffici, il salone, la cappellina e la biblioteca, rifatto totalmente gli impianti e messi nuovi infissi, tra pochi giorni potrete entraci e vedere con i vostri occhi che i nostri locali non li riconoscerete più. Alla fine, poiché abbiamo aggiunto diversi interventi in corso d’opera, la spesa totale è stata di 216.000, 103.000 sono stati stanziati dalla CEI e dalla diocesi con i fondi dell’8XMILLE alla chiesa cattolica e dei 113,000 a carico della nostra parrocchia posso annunciarvi che grazie alla vostra generosità fino a ieri ne avevamo raccolti già 111.00….. Insomma ce l’abbiamo fatta a pensare al futuro di questa comunità senza lasciare aggravi economici a chi verrà dopo di noi! Grazie a tutti.
Infine, grazie ancora a tutti per l’affetto che mi avete donato in questi anni, vi ho voluto bene sinceramente e vi voglio bene anche io. Sono certo che lo stesso bene lo vorrete a don Donato che sono sicuro guiderà bene questa parrocchia nei prossimi anni, aiutatelo e sostenetelo perché la parrocchia è veramente una responsabilità di tutti. La Madonna del Carmine vi protegga, e il Signore Gesù benedica tutte le famiglie di Pezze di Greco. Chiedo al Signore che dovunque saremo, sia io che voi, nella nostra vita possiamo essere sempre più strumenti della pace del Signore Gesù, pregando con le parole della preghiera semplice di San Francesco:
Oh! Maestro, fa che io non cerchi tanto:
Ad essere compreso, quanto a comprendere.
Ad essere amato, quanto ad amare
Poichè:
è: Dando, che si riceve:
Perdonando che si è perdonati;
Morendo che si risuscita a Vita Eterna.
Amen.
don Francesco Zaccaria
Parrocchia di Pezze di Greco
Piazzale della Concordia, 1
72010 Pezze di Greco (BR)
Tel. 0804897304
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